domenica 20 novembre 2016

Lentamente, scampolo dopo scampolo, brillantemente, con perle, piume e lustrini, l'opera di Alexander invase la canonica.

L'anno prima le signore di Blesford avevano fatto dei cuscinetti a piccolo punto per gli inginocchiatoi di San Bartolomeo, ricamando gigli e pesci color panna e ocra su un discreto fondo cachi. Perché non si vedesse lo sporco.

Dieci anni prima avevano raccolto indumenti usati per gli sfollati, libri tascabili per i soldati, lavorati ai ferri riquadri di lana per fare coperte per le vittime dei bombardamenti.

Quell'anno confezionavano verdugali.

A Londra intanto migliaia di minuscole perle e cristalli, in una composizione luccicante, venivano applicati sull'abito dei satin bianco opaco per l'Incoronazione della regina. Gli emblemi del Commonwealth e dell'Impero, rose e cardi, aceri e ghiande, venivano ricamati con sete colorate sull'orlo di quella veste.
Felicity Wells, che coordinava gli sforzi artistici di Blesford, si sentiva al centro di una tela tessuta con infiniti fili culturali, rilavorati, riannodati. Nel vestibolo della canonica e nel portico della chiesa c'erano cesti per qualunque scampolo, prezioso o raro, che si potesse riutilizzare. Durante le lezioni di ricamo si cucivano raggi di perline di plastica sulla cappa di velluto nero di Sir Walter Ralegh, lune di argento, uccelli d'oro e rose cremisi e bianche su gonne, abiti e strascichi, fiocchetti di nastri rosei o paglierini su giarrettiere ricamate.

Siamo affamati di colore, disse la signorina Wells, svuotando sul tappeto una sporta di rocchetti nuovi di similseta che rotolarono tintinnando, scintillando, luccicando in ogni sfumatura e gradazione di colore. Cose magnificamente domestiche, disse con entusiasmo a Stephanie, e le confesso di averne sempre desiderato una cassetto pieno, senza tuttavia avene una scusa.

Antonia S. Byatt - La vergine in giardino


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