Quest'anno l'inverno è arrivato presto. Mi sono alzato prima dell'alba e passeggio in campagna, tra i campi che erano appartenuti ai miei per generazioni e che oggi sono posseduti e coltivati da altri. Non posso dire di soffrirne; solo, a volte, una fitta la cuore.....
Non rimpiango il tempo perso in cerca di fortuna, quando compravo cavalli in Canada, o copra nel Pacifico. A vent'anni provavo un tale bisogno di partire e una noia cosi' opprimente qui in provincia, che se ci fossi rimasto, credo, ne sarei morto. Mio padre non c'era più, e mia madre non era riuscita a trattenermi. "E' come una malattia", diceva spaventata quando la supplicavo di darmi dei soldi e di lasciarmi partire, "Aspetta, ti passera'".
Non rimpiango il tempo perso in cerca di fortuna, quando compravo cavalli in Canada, o copra nel Pacifico. A vent'anni provavo un tale bisogno di partire e una noia cosi' opprimente qui in provincia, che se ci fossi rimasto, credo, ne sarei morto. Mio padre non c'era più, e mia madre non era riuscita a trattenermi. "E' come una malattia", diceva spaventata quando la supplicavo di darmi dei soldi e di lasciarmi partire, "Aspetta, ti passera'".
Poi aggiungeva:
"insomma, sei come il figlio dei Dorin o quello dei Charles, che preferiscono fare gli operai in città, anche se sanno che saranno meno felici che qui, e quando gli chiedo perché mi rispondono:"Almeno sara' un cambiamento">>.
E in effetti era proprio quello, che cercavo, un cambiamento! Il mio sangue si infiammava pensando alla vita che animava il grande mondo mentre io rimanevo qui. Sono andato via, e adesso non riesco a capire quale demone mi spingesse lontano dalla mia casa, dall'essere primitivo e sedentario che ero. Ricordo quella volta che Colette Dorin mi ha detto che somiglio a un fauno: in realtà assomiglio a un fauno vecchio, che non corre più dietro alle ninfe, che si rintana accanto al suo focolare. Ma come descrivere il piacere che ne provo? Godo di cose semplici e alla mia portata: un buon pasto, del buon vino, la gioia beffarda e segreta che mi procuro scribacchiando su questo quadernetto; e soprattutto la divina solitudine. Cosa voglio di piu'? Pero' come ardevo a vent'anni!
Cos'è che accende quel fuoco dentro di noi? Divora tutto in pochi mesi, in pochi anni, a volte in poche ore, e poi si spegne. Dopo si possono vedere i danni che ha fatto. Ci si trova legati a una donna che non si ama più, o rovinati come è successo a me, oppure ci si intestardisce a voler fare il pittore a Parigi mentre si era nati salumiere, e si finiscono i propri giorni in ospedale.
La vita di chi non è cosi' capricciosamente deformata da questo fuoco e piegata in senso opposto alla sua natura profonda? Siamo tutti più o meno simili a questi rami che bruciano nel mio caminetto e che le fiamme ritorcono a loro piacimento; ma sicuramente sbaglio a generalizzare; ci sono persone che a vent'anni sono assolutamente giudiziose, ma io preferisco la mia passata follia alla loro saggezza.
La vita di chi non è cosi' capricciosamente deformata da questo fuoco e piegata in senso opposto alla sua natura profonda? Siamo tutti più o meno simili a questi rami che bruciano nel mio caminetto e che le fiamme ritorcono a loro piacimento; ma sicuramente sbaglio a generalizzare; ci sono persone che a vent'anni sono assolutamente giudiziose, ma io preferisco la mia passata follia alla loro saggezza.
Splendide emozioni...Irene...l'adoro!!
RispondiEliminaGrazie.